Isola del Giglio Capo Marino


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Storia e paesi

L'isola

CENNI STORICI


L’isola del Giglio, il cui nome deriva probabilmente dalla latinizzazione del greco Aegilion ( capra), rileva, grazie ad alcuni ritrovamenti, una presenza già nel neolitico. Anche durante l’età del Bronzo ( 10° sec. a. C.) l’isola fu abitata.


Successivamente l’isola fu frequentata dagli Etruschi, lo testimoniano i numerosi relitti di navi, risalenti al 6° sec. a. C., trovati sui fondali attorno all’isola. Solo i Romani successivamente, si insediarono stabilmente al Giglio nel 3° sec. a. C. Più tardi l’isola conobbe un notevole sviluppo economico. È il periodo che coincide con la presenza sull’isola, della potente famiglia dei Domizi Enobarbi.


I numerosi relitti di navi risalenti all’epoca imperiale, denotano l’importanza assunta dal porto dell’isola che, grazie alla sua strategica posizione, era divenuto tappa obbligatoria lungo le rotte di collegamento del Mediterraneo.


Nel 805 d. C. il Giglio, insieme a Giannutri, venne donato dall’imperatore Carlo Magno all’abbazia delle Tre Fontane presso Roma.


Nel 1269 l’abate dell’abbazia concesse, in enfiteusi, il Giglio ed altri territori ad Ildebrandino Aldobrandeschi. Successivamente l’isola rientrò sotto il dominio dalla potente Repubblica Marinara di Pisa, cui si deve la struttura urbanistica di Giglio Castello. La suddetta Repubblica mantenne il suo dominio sul Giglio fino agli esordi del 15° secolo, quando l’isola passò nelle mani della potente famiglia fiorentina dei Medici. Occupata nel 1447 dalle truppe di Alfonso di Aragona, fu in seguito ceduta alla famiglia Piccolomini di Siena e al duca di Amalfi. Questi vendette il Giglio del 1558 al granduca Cosimo 1° dei Medici che ne fece dono alla moglie Eleonora di Toledo; alla sua morte l’isola entrò a far parte del Granducato.


Lungo periodo ove il Giglio è esposto alle scorrerie dei pirati saraceni.

Dopo l’ultima scorreria dei Turchi del 1799, ebbe inizio un periodo di maggior sicurezza che rese possibile una strutturazione topografica del tutto diversa, nonché una generale ripresa demografica ed economica, che tolse il Giglio dal sostanziale isolamento che ne aveva caratterizzato la vita nei secoli immediatamente precedenti. La dimostrazione tangibile della rinascita del Giglio fu proprio lo sviluppo del porto, nella cui zona si insediarono anche famiglie liguri e napoletane.


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